Ed arriva “Il Lombardia” che tutte le gare si porta via!
Concedetemi di parafrasare un antico proverbio sull’Epifania che calza a pennello. Infatti, come da tradizione, è la “Classica delle foglie morte” in autunno a chiudere con il botto la stagione ciclistica. E scende un sottile velo di malinconia per noi appassionati delle ruote libere perché siamo costretti a rimanere lontano dalle corse fino a gennaio 2019.
Ieri Thibaut Pinot, in stato di grazia, è riuscito a cogliere la doppietta di classiche: dopo la Milano – Torino di mercoledì scorso è riuscito a vincere la 102a edizione de “Il Lombardia”; gara che gli era sfuggita per ben due volte.
L’azione decisiva della corsa è partita su uno dei punti chiave della corsa, il durissimo “Muro di Sormano” (salita di 2 km con una pendenza media del 15% con punte massime che oscillano tra il 25 e il 30%). Il primo a partire è stato lo sloveno Primoz Roglic a cui si sono aggregati, dopo qualche metro, lo “Squalo” Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot. Verso la fine del muro Roglic si pianta e rimangono davanti solamente Nibali e Pinot che si lanciano in una folle discesa verso Como cercando di mantenere il vantaggio accumulato sui diretti avversari. Saranno Roglic e Bernal a riportarsi sui fuggitivi ma all’inizio della penultima ascesa di giornata verso Civiglio rimangono davanti solamente Nibali e Pinot. Sembra una scena già vista.
La nostra edizione del Lombardia inizia proprio lì. Arrivati troppo tardi a Como per poter raggiungere il rettilineo d’arrivo veniamo bloccati dalla polizia locale e dirottati su una strada secondaria. Nel frattempo cerchiamo di ricevere gli aggiornamenti dalla diretta della corsa tramite “Raiplay”. Scopriamo che il “nostro” Vincenzo è lì, è davanti con Pinot e lotta per conquistare la sua personale tripletta in questa “Classica monumento”. La decisione è subito presa! Posteggiamo la macchina in uno spiazzo a 3,5 km dal lungolago, sede dell’arrivo di tappa, e ci fiondiamo anche noi, a piedi, nella nostra lunga e personale corsa contro il tempo verso il traguardo.
Riusciamo a vedere sfrecciare, 150 mt avanti a noi, il gruppetto di fuggitivi composto da Nibali, Pinot, Roglic e Bernal proprio nella curva prima dell’inizio dell’ascesa verso Civiglio. Avanziamo e dopo circa 40” vediamo i diretti inseguitori.
Il nostro passo aumenta con la paura di non riuscire ad arrivare in tempo. Camminiamo andando incontro alla corsa e scorgiamo tra i vari volti consumati dalla fatica Romain Bardet, ormai troppo attardato per avere ambizioni di tappa (ndr scopriremo solo dopo la tappa che il francese é rimasto coinvolto in una caduta sul Muro di Sormano). Arriviamo su lungolago ad un centinaio di metri dopo la linea del traguardo. Sentiamo a malapena l’audio dello speaker annunciare la cronaca della corsa. Vedo uno spazio vuoto fra le transenne e cerco di fiondarmi lì con la speranza di riuscir a scattare qualche buona foto; preso dalla foga per raggiungere l’obiettivo non mi accorgo di aver sfiorato l’impatto con la piccola Emma, che da lì a poco salirà con il suo papà sul traguardo di giornata, sarà mia moglie a raccontarmi l’accaduto.
Conquistata la posizione cerco di risintornizzarmi sulla cronaca per avere aggiornamenti sulla corsa. La salità sul Civiglio ancora non si è conclusa ma la connessione stenta e scopro dopo qualche minuto che Vincenzo non è più insieme a Thibaut Pinot e che il francese ha scollinato mantenendo il discreto vantaggio accumulato. Non sembra più il Pinot terrorizzato dalle discese. Da italiano speravo nell’impresa in rimonta in discesa a cui Vincenzo Nibali tante volte ci ha abituati.
L’ansia sale quando dopo l’inedita e breve asperita di “Monte Olimpino” Nibali viene ripreso dai diretti inseguitori. Il riaggancio però dura solo pochi metri perché Vincenzo con un impeto di orgoglio e cuore scatta nuovamente e cerca di portare a casa almeno il podio.
Thibaut Pinot varcata la linea dell’ultimo chilometro inizia i festeggiamenti per la classica “più bella”, come da lui stesso definita, finalmente sua!
Chiude al secondo posto, che vale una vittoria, un immenso Vincenzo Nibali che a poco meno di due mesi dallo sfortunato incidente al Tour è riuscito a rendersi protagonista del finale di stagione. Brucia dentro lo Squalo perchè un campione come lui non accetta la sconfitta ma nel cuore dei suoi tifosi le sue azioni, i suoi attacchi, la sua perseveranza nella ricerca della vittoria valgono come il gradino più alto del podio. E l’affetto dei tifosi viene fuori durante la premazione dove con un coro unanime intonava: “Vincenzo, Vincenzo, Vincenzo…” nonostante il vincitore non fosse lui.
L’ultima giornata di gara della stagione si conclude con un giro nella zona pullman cercando di strappare qualche foto con i vari campioni di oggi e di ieri.
Scende la sera sulle sponde di “quel ramo del Lago di Como” e non ci resta che guardare all’orizzonte in attesa del 2019 e di nuove imprese sportive.
Luigi
Un piccola photogallery di ieri