Siamo sulla stessa strada: rendiamola sicura

Siamo sulla stessa strada: rendiamola sicura.

Torno a scrivere sul blog, primo post di questa stagione 2019, per sostenere l’imporante petizione lanciata dall’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti sul famoso portale “change.org“. L’iniziativa nasce nel ricordo di Michele Scarponi, ciclista professionista vicitore di un Giro d’Italia, scomparso prematuramente a causa di un incidente mortale durante un’uscita di allenamento.

La petizione è diretta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

L’ACCPI, in sintesi, chiede al Presidente del Consiglio di:

  • prevedere delle sanzioni nei confronti di quegli Enti che non rispettano la Legge n. 366/1998 la quale prevede la creazione di percorsi ciclabili nelle strade di nuova realizzazione o in quelle già esistenti nelle quali sono in corso opere di manutenzione straordinaria;
  • normare la distanza minima di 1,5 metri per il sorpasso dei velocipedi modificando l’art. 148 del codice della strada; 
  • creare delle misure minime di sostegno psicologico alle vittime e ai parenti nel percorso post trauma.

In questi ultimi anni il numero di incidenti nelle strade italiane è in costante aumento e coinvolgono tutti coloro che utilizzano la bicicletta dai bambini, alle donne, agli uomini, ai ciclisti professionisti.

Con l’occhio del cicloamotore posso dire che oggi andare in bici per strada è da considerarsi uno sport “estremo”. Il rispetto e la pazienza da parte degli automobilisti è quasi nullo; mancano le piste ciclabili e, ove presenti, nel 90% dei casi risultano inadeguate.

Personalmente in questa petizione avrei aggiunto anche un inasprimento delle pene nei confronti di chi, alla guida di un automobile, è distratto dall’uso dello smartphone.

L’ACCPI ha fissato come obiettivo il tetto di 100.000 firme. Io ho già firmato la petizione.

E’ possibile raggiungere la petizione cliccando sul seguente link:

https://www.change.org/p/giuseppe-conte-siamo-sulla-stessa-strada-rendiamola-sicura

Vi lascio, di seguito, il testo completo della raccolta firme.

Luigi

 

Accpi, associazione che riunisce tutti i corridori professionisti italiani, che sulle strade svolgono la propria attività lavorativa, nel ricordo di Michele Scarponi, padre di famiglia, ciclista vittorioso di un Giro d’Italia e vittima della violenza stradale; vi chiede di supportare la presente campagna per la tutela della vita di tutti coloro che utilizzano la bicicletta sul territorio italiano.

Negli ultimi anni, in Italia, il numero degli incidenti che causano la morte o lesioni permanenti tra tutti coloro che usano la bicicletta per spostarsi o praticare attività sportiva, è in costante aumento.

Bambini, madri, padri che pedalano sulle nostre strade, lo fanno spesso in condizioni di pericolosità a causa dello scarso rispetto che l’insieme di leggi/infrastrutture/conducenti di autoveicoli ha nei loro confronti.

Le biciclette, sulle strade italiane, non vedono riconosciuto il loro diritto di circolare in sicurezza con uno spazio minimo definito che le tuteli durante i sorpassi degli autoveicoli.

Gli enti proprietari delle strade disattendono una legge italiana del 1998, la nr. 366, che li obbliga, ogni qualvolta si effettui una manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare un percorso dedicato solo ai velocipedi.

Le vittime o i parenti delle vittime, non vedono riconosciuti pienamente i loro diritti legali ed etici, come aver diritto a partecipare all’eventuale processo penale a carico del conducente che ha causato l’incidente, ad un giusto indennizzo in caso di danni permanenti e invalidanti, a un sostegno psicologico che si protragga nel tempo per le persone coinvolte tra vittime, parenti e soprattutto bambini.

Per cambiare questa situazione, Accpi con la presente raccolta firme indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Dr. Giuseppe Conte chiede di:

– Definire le sanzioni, all’interno della Legge 366 del 19/10/1998 per gli enti che non provvedono a realizzare percorsi ciclabili nel caso di strade di nuova realizzazione o manutenzioni straordinarie come previsto dall’Art. 10 della stessa;

– Definire una distanza minima di 1,5 metri, per il sorpasso dei velocipedi all’interno dell’art.148 del codice della strada, in sostituzione del termine “distanza adeguata” citato nello stesso;

– Definire misure minime di sostegno psicologico alle vittime e ai loro parenti durante tutto il percorso post trauma; riconoscere tale percorso come patologia con i diritti economici, di lavoro e di tutela che ne conseguono; modificare il codice di procedura penale esistente assicurando ai parenti delle vittime di poter partecipare a pieno titolo al processo penale conseguente; l’adeguamento delle tabelle di indennizzo per le vittime che subiscono danni permanenti, l’istituzione di un percorso di sostegno psicologico e i loro familiari a carico del SSN.

Luigi - Appassionato di ciclismo, cicloamatore “completo” (lento su tutti i fronti: pianura, salita e discesa) e curatore del blog: "Soli al comando".

Pubblicato da solialcomando

Luigi - Appassionato di ciclismo, cicloamatore “completo” (lento su tutti i fronti: pianura, salita e discesa) e curatore del blog: "Soli al comando".

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